Donazione degli organi

Donne
In Italia il coordinamento delle attività di donazione, prelievo e trapianto è articolato su quattro livelli: locale (Aziende Sanitarie, Centri trapianto), regionale, interregionale (centri regionali ed interregionali di riferimento per i trapianti) e nazionale (Centro Nazionale Trapianti).

Il coordinamento locale si avvale di medici esperti nel processo di identificazione e mantenimento del potenziale donatore , con il compito di seguire le fasi del processo di donazione tra cui il rapporto con le famiglie dei donatori, l'espletamento di tutte le procedure connesse al prelievo e la trasmissione al centro regionale dei dati relativi ai potenziali donatori; promuovere sul territorio le iniziative di informazione.

Il Centro Regionale Trapianti coordina le attività di raccolta e di trasmissione dei dati delle persone in attesa di trapianto, l'attività di prelievo e i rapporti con le rianimazioni del territorio; controlla l'esecuzione dei test immunologici per il trapianto procede all'assegnazione degli organi, cura i rapporti con il centro interregionale di riferimento, con le autorità sanitarie regionali e con le associazioni di volontariato.

Il Coordinamento interregionale si avvale delle tre organizzazioni interregionali attualmente esistenti, che con la loro attività coprono l'intero territorio nazionale: Nitp, AIRT, OCST.
Ogni fase è quindi accompagnata da strutture che fanno capo al Centro Nazionale Trapianti nonché al Ministero della salute.
Il Centro Nazionale trapianti, organo tecnico del Ministero della Salute, promuove e coordina e indirizza l'attività di donazione e trapianto di organi e tessuti a livello nazionale attraverso l'emanazione di linee guida e protocolli.
Le attività di prelievo e di trapianto, interessano un grande numero di specialisti che cooperano e formano dando vita un processo articolato e complesso nel quale sono coinvolte diverse strutture e competenze. In primo luogo è bene precisare che, prima di giungere al trapianto, si passa attraverso fasi diverse, ognuna essenziale per il buon esito dell'intervento, tanto che si può parlare di processo, realizzato attraverso le relative strutture e così articolato:

- diagnosi e cura dei riceventi in attesa;
- gestione delle liste d'attesa secondo criteri condivisi e trasparenti;
- diagnosi e cura del futuro donatore in rianimazione e accertamento collegiale della morte;
- prelievo degli organi nell'ospedale che ha trattato il donatore;
- individuazione dei riceventi dalla lista d'attesa e loro preparazione al trapianti;
- analisi, conservazione, trasporto e distribuzione degli organi;
- trapianto dei singoli organi;
- cura post - operatoria dei trapiantati e loro riabilitazione.

Il processo è realizzato con la collaborazione di più specialisti, l'utilizzo di più risorse e l'impiego di tecniche avanzate.
Due sono i soggetti che nel processo di trapianto hanno un ruolo prioritario:
il donatore e i riceventi.
Infatti, da un lato ci sono pazienti che necessitano di un organo nuovo in sostituzione di quello malato, e le cui condizioni si aggravano in assenza di un tempestivo intervento. Dall'altro lato c'è un paziente affetto da una patologia cerebrale, ricoverato nel reparto di rianimazione. Se le terapie messe in atto dagli specialisti della rianimazione nei loro reparti non riescono ad impedire il decorso fatale della malattia e il soggetto muore, si possono verificare le condizioni di compatibilità che consentono la donazione.
Si procederà al prelievo solo dopo che un'apposita commissione di tre medici, neurologo, rianimatore e medico legale, avrà accertato la morte effettiva.

Il potenziale donatore viene segnalato al centro di riferimento dei trapianti che si occupa di effettuare ulteriori analisi, dopo avere ricevuto campioni di sangue e tessuto linfatico. Il centro si preoccupa quindi d'informare i vari "trapiantatori" sulla disponibilità degli organi da trapiantare e con loro individua a chi deve essere data la priorità tra i riceventi in lista d'attesa. Per eseguire i trapianti, infine, l'ospedale ha bisogno di un'autorizzazione del Ministero della Sanità; questo dipende, certamente, dall'entità dell'intervento che necessita di strutture ben organizzate e all'avanguardia, sia nella fase operatoria, sia in quella successiva di riabilitazione e che rappresenta un elemento di sicuro miglioramento della qualità dell'ospedale dal quale traggono benefici tutti i pazienti e non solo i trapiantati. E' importante sottolineare la complessità del processo di trapianto, resa tale anche dalla velocità con cui devono essere espletate le varie funzioni da parte di un'organizzazione efficiente e preparata: gli organi, infatti, una volta prelevati deperiscono in fretta.

Il trapianto è una terapia efficace, in grado di restituire qualità di vita ed una piena riabilitazione sociale. In ambito aziendale particolare attenzione è rivolta a questo specifico settore per assicurare l’immediata comunicazione dei dati relativi al donatore tramite il sistema informativo dei trapianti, al centro regionale o interregionale competente e al centro nazionale, al fine dell’assegnazione degli organi; inoltre vengono coordinati gli atti amministrativi relativi agli interventi di prelievo, e vengono curati i rapporti con le famiglie dei donatori;
Inoltre si organizzano attività di formazione e di educazione per favorire la crescita culturale della popolazione in materia di trapianti nel territorio di competenza.